lunedì 24 settembre 2012

Megaupload 2 è quasi pronto. Kim Dotcom annuncia su Twitter: “Siate pazienti, sta arrivando”


Megaupload 2 è pronto al 90%. A gennaio di quest’anno il governo degli Stati Uniti ha distrutto Megaupload, ma il suo fondatore Kim Dotcom non ha ancora chiuso con il business del file-hosting e si sta preparando a tornare più vendicativo che mai. 



Il lavoro di codifica per il nuovo Megaupload è quasi completato, i server sono stati ordinati, e gli investitori sono in fila. Lo ha cinguettato Kim a tutti i suoi follower su Twitter. “Siate pazienti, sta arrivando”.
Sembra proprio che il pirata più odiato da Washington stia per prendersi una rivincita con gli interessi. Con 50 milioni di visitatori al giorno, Megaupload è stato uno dei più grandi siti web mai esistiti su Internet. Ora si vocifera che il nuovo Megaupload sarà protetto da un sistema di crittografia capace di intervenire in tempo reale su tutti i trasfreimenti di dati. In pratica se qualcuno tentasse di intercettare il flusso di dati per rilevare eventuali abusi sul copyright potrebbe inciampare nelle norme sulla privacy, invalidando così ogni prova.

Chi di copyright ferisce, di privacy perisce. Kim Dotcom stavolta farà le cose in grande. Ora che anche sul fronte giudiziario si intravedono schiarite, da quando il mondo intero ha assistito alle immagini del suo arresto, del tutto irregolare, dall’irruzione, all’ordine di cattura alla perquisizione. E’ chiaro che Dotcom non ha la minima voglia di gettare la spugna.
Il nuovo sito di filesharing offrirà molte più funzioni: quasi certa la disponibilità di applicazioni aggiuntive, quindi non solo funzioni P2P, Megaupload 2 offrirà anche servizi mail, fax, VoiP e video.
Intanto cresce l’attesa anche per MegBox, un nuovo canale musicale online (legale) che consentirà ai musicisti di vendere le loro creazioni dirrettamente agli ascoltatori conservando il 90% dei ricavi. Una bella spallata per l’industria musicale che rischia di perdere tutti i suoi guadagni.

Megaupload 2 non si sa ancora se diventerà un servizio legale competitivo oppure verrà utilizzato come prima illegalmente, noi come sito fondato da amanti del cinema crediamo nella legalità e speriamo che questa volta Kim Dotcom ci pensi due volte sopra…

domenica 16 settembre 2012

I Cohen pronti per la serie tv di Fargo: firmato l'accordo con FX


Invece che mesi, la gestazione è durata nove anni. Ma i fratelli Joel e Ethan Coenhanno dato prova di resistenza. E alla fine il capolavoro cinematografico “Fargo” (premio Oscar alla miglior sceneggiatura originale, 1996) avrà il suo atteso adattamento per il piccolo schermo. Ma sul fronte operativo i Coen hanno ancora la testa confusa:  gli studios della MGM inseguono il sogno di un “Fargo” televisivo dal 2003. Per l’adattamento era stata già ingaggiata Edie Falco, una delle nominate agli Emmy 2012 per il suo ruolo in Nurse Jackie. La Falco avrebbe dovuto intepretare il ruolo del capo della polizia. Incaricata della regia era Kathy Bates, ma quando Misery nei panni di regista cercò di spiegare la sua visione dell’episodio pilota, fu chiaro a tutti che non se ne sarebbe fatto niente. E il progetto naufragò.

Oggi, i fratelli sceneggiatori/autori hanno firmato un accordo con FX e si sentono più liberi. Supervisioneranno la serie in qualità di produttori esecutivi. Il pilot finisce direttamente nelle loro mani, ma scritto, come tutta la serie tv, da Noah Hawley, creatore di “Bones”, “The Unusuals” e “My Generation”.
Il film dei Coen è un raffinatissimo cult. Racconta di Jerry Lundegaard, uomo alle prese con la gestione di una concessionaria d’auto che, messo alle strette, opta, inevitabilmente, per il rapimento in famiglia. Chiedere e ottenere, dunque, un riscatto dall’odiato suocero. Ma il lavoro sporco (rapire l’ignara moglie) spetta a due malviventi che avrebbero bisogno di istruzioni, tanto sono maldestri. Intanto il capo della polizia Marge Gunderson, al settimo mese di gravidanza, investiga tra tormente di neve e paesaggi spettrali (indimenticabili gli esterni, fotografati tra Minnesota, North Dakota e Canada).
Il serial tv manterrà il tono da commedia drammatica, assicura Warren Littlefield, anche lui produttore per MGM Television e FX Prods. Non si conoscono ancora i nomi degli attori protagonisti ma di certo non sarà semplice rimpiazzare la brava Frances McDormand, moglie di Joel Coen, i due ladri imbranati interpretati da Steve Buscemi e Peter Stormare, e l’ottimo disperato William H. Macy. Pesano anche le sette nominations e le due statuette ricevute dalla versione cinematografica. La pellicola “indie”, al tempo, è stata rivelatrice del Grande Freddo americano, ricca di trovate dissacranti. L’attualità costringerà i Coen a ripensare figure come quella del gangster, fino a mettersi in contatto con il crepitio dell’America di Obama, depressa dalla disoccupazione.
MGM non ha grande interesse per la politica dei Coen, purché si proceda a suon di remake e reboot. Le intenzioni dei manager sono proprio quelle di tramutare in rifacimenti televisivi i loro film di successo, dagli anni Ottanta in su. Come “Teen Wolf” ora in onda su MTV, ma è in ballo anche un ritorno di “Fame”, grazie alla benedizione del produttore esecutivo di “American Idol”. Per i Coen la tv non finisce qui. Dopo “Fargo” ci attende “Harve Karbo” in preproduzione, e infine il cinema con una indagine sulla musica folk nella New York anni Sessanta. Nel cast di “Inside Llewyn Davis” (2013) confermati gli interpreti Carey Mulligan, Justin Timberlake, Garrett Hedlund, John Goodman e Oscar Isaac.

lunedì 10 settembre 2012

Out of the blue: Movieset - Occhio al furgoncino di Bavaria


All’improvviso, inaspettatamente, di punto in bianco potresti essere fermato mentre stai aspettando l’autobus, prendendo la metro, correndo al lavoro, comprando il giornale o facendo la spesa. Per fare cosa? Per diventare una celebrity! Quindi state sempre allerta milanesi incallitti e non uscite senza trucco! Bavaria, la nota birra olandese, potrebbe portarvi alla ribalta. Gira, infatti, per le stade di Milano una simpatica ed agguerrita troupe pronta a riprendervi nelle vostre azioni quotidiane per dargli la meritata cornice cinematrografica con spirito di puro divertimento e improvvisazione. Siamo o non siamo anche noi le star della nostra vita!?
Ora che siete al corrente di questa divertente iniziativa, sono curioso di vedere se riuscirete ancora a camminare tranquilli per strada o se vi sentirete sempre potenziali protagonist set improvvisati da Bavaria.
Pensateci bene ogni volta che uscite in strada: il furgoncino azzurro di Bavaria – Out of the blue potrebbe essere proprio dietro l’angolo ad attendervi per mettervi al centro di un’inaspettata candid camera, quindi non fatevi trovare impreparati!!!
Per seguire la filosofia di Bavaria andate sulla pagina Facebook della famosa birra o sul canale Yotube http://www.youtube.com/user/bavariaootb?feature=results_main
Tra l’altro sulla pagina Facebook è possibile trovare altri simpaticissimi video che hanno come protagonist persone normalissime che si improvvisano attori per poche riprese…vediamo se voi sarete in grado in fare di meglio…
Ecco un video con qualche esempio


Articolo sponsorizzato

sabato 1 settembre 2012

The Iceman: Il Killer Shannon


Applausi alla proiezione per i critici, poco dopo quasi un’ovazione all’incontro stampa. No, non è George Clooney, ormai di casa qui. L’entusiasmo è tutto per Michael Shannon. Trentotto anni, da Lexington (Kentucky), quasi due metri d’altezza, un viso che inquieta e fa paura, anche per il leggero strabismo che rende lo sguardo disturbante, Shannon è sbarcato al Lido fuori concorso con “The Iceman” di Ariel Vromen. Una sorta di fosco romanzo criminale un po’ alla Scorsese di “Quei bravi ragazzi”. Racconta la terribile storia di Richard Kuklinski, sanguinario killer al servizio della mafia newyorkese, un tipaccio di origini polacche morto in carcere nel 2006, scontando due ergastoli per aver ammazzato almeno 100 persone, forse più. La locandina lo definisce «loving husband, devoted father, ruthless killer»; sul buon marito e sul padre premuroso è arduo pronunciarsi, di sicuro, vittima di un’infanzia infelice, tutta botte e vessazioni, diventò un sicario feroce e implacabile. Unico scrupolo: «Non uccido donne e bambini, devo difendere la mia reputazione» come sentiamo in una scena del film.

Autentico campione dell’omicidio, Kuklinski usava di tutto: revolver, fucili, bombe a mano, mitragliette e cianuro se doveva agire in fretta; mazze, coltelli, spacca mandibole, calci, topi affamati e sacchetti di plastica se veniva richiesto un supplemento di sofferenza. Freddo come il ghiaccio, congelava i corpi delle vittime e li faceva a pezzi perché non si risalisse alla data delle uccisioni.  Non deve essere stato difficile per Shannon, con quella faccia, calarsi nel ruolo del killer, anche se l’attore, sposato con l’attrice Kate Arrington e padre della piccola Sylvia, nella vita normale pare sia tenero e sorridente. In effetti ha la stoffa per diventare il nuovo Christopher Walken, uno di quei “vilain” da cinema che praticano le sfumature nevrotiche, l’ambiguità morale, lo strazio interiore. Dal 1993 a oggi ha girato circa quaranta film, con registi come Curtis Hanson, Oliver Stone e Sam Mendes, ma solo di recente ha compiuto il grande salto che probabilmente lo porterà all’Oscar. Tuttavia i suoi film migliori continuano a non spiccare al botteghino. Alzi la mano chi ha visto “Take Shelter” di Jeff Nichols, ansiogeno thriller dell’anima con premonizione incorporata? Magari lo ricorderete nella serie tv “Boardwalk Empire – L’impero del crimine”, dove cesella il tormentato e devoto agente Fbi Nelson Van Alden, impegnato a dare la caccia ai contrabbandieri di whisky in pieno Proibizionismo e insieme ai propri fantasmi sessuali repressi col cilicio. Alquanto disturbato, eppure capace di cogliere le incrinature di un fasullo American Dream, appariva anche in “Revolutionary Road”.
Shannon è uno di quegli attori che incutono parecchia ansia: per il furore represso pronto a scatenarsi, per la gestualità trattenuta che nasconde alterazioni, psicosi, dissociazioni. Lui quasi ci scherza sopra, seduto al tavolo insieme al regista israeliano e ai coprotagonisti Ray Liotta e Winona Ryder. La quale confessa: «Con Michael non sai mai cosa succederà sul set, non parla tanto, si chiude in una sorta di spazio interiore, pronto a esplodere per catapultarti dentro la scena». Shannon sorride. «Non vado a recitare con l’idea di fare paura. Mi piace catturare la complessità di un personaggio, e Kuklinski a suo modo era complesso. Diventò un killer perché pensava di non saper far altro nella vita, sfogava la rabbia in eccesso uccidendo persone colpevoli almeno quanto lui».