lunedì 25 ottobre 2010

Dal 23 al 31 Ottobre: Tokyo International Film Festival 2010

Dal 23 al 31 ottobre si terrà nella capitale nipponica il Tokyo International Film Festival 2010, arrivato quest’anno alla sua 23° edizione. Ad aprire le danze sarà l’attesissimo The social network, film di David Fincher dedicato al fenomeno Facebook ed al suo fondatore Mark Zuckenberg.



La programmazione quest’anno si arricchisce di nuove sezioni dedicate al mercato giapponese ed al rapporto che il cinema in generale intrattiene con altre forme di comunicazione. Queste sezioni sono: “World Cinema” (première di film americani ed europei già presentati con successo in festival internazionali), “Winds of Asia” (cinema asiatico), “Japanese Eyes” (cinema giapponese contemporaneo), “Nippon Cinema Classics” (cinema giapponese classico), “Cinema Vibration” (sul rapporto tra cinema e musica), “Natural TIFF” (film su tematiche ambientali), “Animecs TIFF” (cinema d’animazione).
 
Questa edizione lascia inoltre ampio spazio alla produzione italiana, mostrando negli anni sempre più interesse verso materiale, anche indipendente, proveniente dal nostro paese.
Contenderà con altre 14 opere il Tokyo Sakura Grand Prix dell`International Competition (concorso dedicato soprattutto alla scoperta di nuovi talenti) Et in terra pax, primo lungometraggio di Matteo Botrugno e Daniele Coluccini che già aveva suscitato l’interesse di pubblico e critica nelle Giornate degli Autori a Venezia.
Fuori concorso ci saranno anche le proiezioni de La solitudine dei numeri primi di Saverio Costanzo e Le quattro volte di Michelangelo Frammartino, già acquistato dalla distribuzione giapponese Zazie Films.
 
A conferma dell’interessamento verso tematiche ambientaliste ed ecologiste da parte degli organizzatori del festival, sarà allestito per le passerelle di attori, registi e produttori, un originalissimo green carpet, interamente fatto con materiali riciclabili/riciclati.

Disoccupato in affitto: la ricerca di lavoro diventa un documentario

 
Roma, estate 2010. Parte da qui la video avventura di Pietro Mereu, sardo di nascita che si trasferisce  a Roma per lavoro, ma che il lavoro lo perde e si ritrova gioco forza in grande difficoltà, con l’affitto che gli pesa a tal punto da non riuscire più ad arrivare a fine mese. La vana ricerca di un occupazione lo sfinisce a tal punto da inventarsi un’autoironica maniera per “promuovere la sua candidatura” da un lato, e far luce su una condizione che ormai in Italia sta diventando molto più drammatica di quanto ci si sarebbe potuti immaginare, dall’altro.
Prende così vita il film documentario dal titolo Disoccupato in affitto, di Luca Merloni e Pietro Mereu, interamente autoprodotto e realizzato in giro per l’Italia nelle città di Roma, Firenze, Lecce, Cagliari, Genova, Bologna, Verona, Napoli, Milano.

Il soggetto è molto semplice, sta proprio qui la genialità: un uomo con un cartellone/sandwich addosso,con su la scritta “Disoccupato in affitto”, che vagabonda per le strade delle varie città proponendosi ai passanti per qualsiasi tipo di lavoro e lasciando foglietti con il suo recapito ed i suoi contatti. Costantemente filmato, prende spunto dagli incontri che gli capita di fare per discutere del gravoso problema della disoccupazione in Italia con gli italiani stessi; alla ricerca di un commento, di una soluzione, di un’offerta di lavoro o a volte anche solo di una pacca sulla spalla. Sono in tanti quelli che capiscono la drammaticità della sua (e di quella di tanti altri giovani!) situazione e quasi tutti quando si propone come tuttofare da assumere rispondono : “Magari. Se avessi lavoro da dare te lo darei”.
 
L’idea è ripresa dalla storia di un ventiquattrenne inglese, David Lowe, che si racconta esser stato il primo illustre disoccupato (con una laurea in storia alle spalle, ndr) a girovagare per le strade di Londra con un sandwich di cartone addosso recante la scritta “Job Wanted”; il giovane grazie a questa brillante operazione di “self marketing” è riuscito anche a farsi assumere.
Quella di questi due ragazzi, tra l’altro ancora in cerca di sponsor per la distribuzione, è una rivisitazione filmata e documentata di questa bizzarra iniziativa, con l’intento di vedere se una trovata del genere possa aver successo anche nel nostro paese.
 
Dietro il simpatico gioco messo in scena attraverso la maschera del cartellone si nasconde però un problema serissimo che la gente che si vede nel docu/film conosce bene: è apprezzata l’inventiva del ragazzo, c’è tanta comprensione ma c’è anche, e soprattutto, tanta consapevolezza di triste impotenza dietro una richiesta apparentemente lecita ma praticamente impossibile da soddisfare. La disoccupazione è infatti diventata uno dei mali peggiori del nostro secolo; lo dicono i dati Istat, lo dicono le impietose percentuali che vengono ciclicamente aggiornate sulle pagine economiche dei quotidiani e purtroppo lo dicono anche i tantissimi ragazzi che ogni mese fanno i salti mortali per permettersi un affitto. Nell’era dei “falsi contratti”, delle collaborazioni occasionali, del lavoro sommerso e di quello  in nero, il sentimento che più caratterizza la generazione che Massimo Venier definiva “1000 euro” sta diventando la disperazione. Disperazione che questi due ragazzi riescono magistralmente a trasformare in qualcosa di creativo, a tratti divertente (grazie agli interventi di alcuni personaggi che quasi sembrano dei caratteristi) ma anche di costruttivo, perché alla fine del documentario si tireranno un po’ le somme e si cercherà di stilare un resoconto sul livello occupazionale di un paese che per il momento è in crisi profonda.
 
Il documentario dura in tutto 75 minuti ed è accompagnato dalle musiche dei The Niro. Per il momento è online il primo episodio, girato a Roma, ma speriamo di vedere presto il resto del viaggio anche per sapere se ci sarà o meno il lieto fine.
 

Et in Terra Pax: torna in scena il realismo d'autore

Si chiama Et in Terra Pax il primo lungometraggio dei due registi romani che da anni realizzano e producono cortometraggi di alta qualità. La pellicola, co-prodotta da Kimera Film e Settembrini Film e finanziata attraverso la  compartecipazione di attori e maestranze,  è stata presentata alle giornate degli autori della 67° Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia e sarà l’unico prodotto italiano in concorso al Tokyo International Film Festival che si terrà dal 23 al 31 Ottobre nella capitale nipponica. I due registi sono al momento in cerca di distribuzione per far uscire al più presto il film in Italia, forti del grande successo riscosso a Venezia ed  alle anteprime di Roma, doppia proiezione sold out al cinema Farnese, e Milano.



La storia è quella di un gruppo di ragazzi della periferia romana di Corviale alle prese con quella che, in fin dei conti, è nient’altro che la vita quotidiana di una realtà difficile anche solo da immaginare. Si intrecciano in maniera nuda e cruda vicende che molto spesso accadono tra i palazzi dei quartieri periferici di tutta Italia e i due registi hanno scelto come ambientazione il serpentone di Corviale proprio perché rappresenta alla perfezione la tipica zona di confine tra lecito ed illecito, amore e odio, guerra e pace. La componente negativa è piuttosto forte, c’è poco spazio per false speranze e per timidi accenni di sensibilità; spesso ci si rifà alla legge del più forte proprio come in quei vecchi film in cui è il branco a farla da padrona.

In un intervista a Cinemonitor hanno raccontato come nasce e cosa vuole raccontare il loro progetto ed insieme a loro abbiamo anche fatto il punto sull’attuale situazione del cinema italiano tra i tagli ai fondi per la cultura e le oggettive difficoltà che parecchi giovani con idee valide trovano nell’affacciarsi nel mondo del cinema.

LEGGI L'INTERVISTA

martedì 19 ottobre 2010

La più grande avventura: storia del cinema a Villa Borghese

Dal 25 ottobre 2010 al 31 gennaio 2011, presso il Cinema dei Piccoli di Roma, si terrà un'ampia retrospettiva dal titolo La più grande avventura: storia del cinema a Villa Borghese.
Da David Wark Griffith a Martin Scorsese, dai fratelli Lumiére a François Truffaut, da Friedrich Wilhelm Murnau a Rainer Werner Fassbinder, e molto altro ancora: due appuntamenti settimana, il lunedì e il giovedì, per riscoprire classici immortali e appassionanti, in pellicola e nella suggestiva cornice di una sala cinematografica unica al mondo.

Tutti i dettagli sulla programmazione qui:

venerdì 15 ottobre 2010

Bicycle Film Festival 2010: film e corti sul mondo delle due ruote



Fa tappa a Milano il Bicycle Film Festival 2010 che, nell’anno del suo decimo anniversario, propone una serie di eventi ed una programmazione di film legati al mondo delle due ruote davvero eccezionale. Come ogni anno il tour del BFF tocca numerose città portando la cultura della bicicletta a spasso per il mondo. Quest’anno toccherà ben 38 città in 4 continenti diversi per celebrare l’esplosione del ciclismo urbano nel mondo attraverso proiezioni di film e cortometraggi, mostre d’arte e musica. Il tour ha preso il via a giugno dal Lower East Side di New York, per arrivare a Tokyo, Parigi, Londra, San Francisco, Copenhagen, San Paolo, Los Angeles, Sydney, Montreal, Detroit, Vienna, Chicago e, dal 15 al 17 Ottobre, a Milano nella cornice espositiva del Teatro dell’Arte della triennale, in via Alemagna 6.
 
Dal sito del festival:

Intorno alla bici fiorisce una ricca produzione culturale che il BFF stimola e raccoglie. Rappresentati al BFF tutti i tipi di bici e ciclisti, dalle supercorsa alle bmx, dalle bici da pista alle fixed gear, fino alle vecchie saltafoss, le cruise e le grazielle.
Ciò di cui si fregia il BFF è che “il vento non lo subisce, pedalando. Lo crea, semmai.” Ecco la dichiarazione d’intenti del festival: creare il vento, correre veloci, celebrare la bici come uno stile di vita urbano.
 
Il fiore all’occhiello dell’edizione 2010 sarà, a livello cinematografico, il restauro di una pellicola storica, legata al ciclismo e al territorio Milanese: “La Baraonda” di F. Vancini. Piccola perla d’annata scovata dal Bicycle Film Festival in collaborazione con la Cineteca di Milano, la pellicola del 1980, si svolge al Velodromo di Milano, nel pieno svolgimento della Sei Giorni. Una piccola gemma perduta, sia nella filmografia del regista ferrarese, sia nella storia del nostro cinema d’autore. Basti, a rendersene conto, uno sguardo al cast, con la sua riuscita miscela di vecchie glorie (Giuliano Gemma) e giovani promesse (Edy Angelillo), di nomi del cabaret (Andrea Roncato), Guido Nicheli (che poi diventerà famoso come il cumenda Zampetti) e stelle della tv a venire (Francesco Salvi).

Sono più di quaranta i titoli che andranno a costituire il cartellone del Festival: si tratterà il tema del viaggio, dei percorsi urbani o d’ispirazione globetrotter, della bici come stile di vita, del vento che fa respirare i pensieri o delle nuove tendenze legate al ciclocross ed ai tornei di Bike Polo.

Per il programma completo visitate Il sito ufficiale del Bicycle Film Festival, sezione Milano o direttamente il sito della Triennale di Milano.

martedì 12 ottobre 2010

La svastica sul sole: Ridley Scott si ispira di nuovo a Philip K. Dick

Ridley Scott è intenzionato a produrre, insieme all`emittente televisiva BBC, una mini-serie tratta da La svastica sul sole di Philip K. Dick. Dopo Blade Runner, dunque, il regista de Il gladiatore si interessa nuovamente all`opera di uno tra i più grandi autori di fantascienza di sempre. Tra i lavori più noti dello scrittore, La svastica sul sole, ambientato nel 1962, racconta di un mondo in cui l`Asse Germania – Giappone è emerso vittorioso dalla Seconda Guerra Mondiale, immaginando di conseguenza una società ben diversa da quella reale.

Mickey Rourke sarà Ernest Hemingway nel prossimo film di Abel Ferrara


Ospite al Lucca Film Festival, Abel Ferrara ha rilasciato alcune dichiarazioni su uno dei suoi prossimi progetti, un film imperniato su Ernest Hemingway e la sua relazione sentimentale con Adriana Ivancich, durante un soggiorno italiano. L`autore di Fratelli e Il cattivo tenente ha scelto anche l`attore che interpreterà lo scrittore americano, Mickey Rourke. Questa la dichiarazione del regista, diffusa da Ansa: “Il mio eroe in Italia è Garibaldi, ma il film che girerò è su Hemingway, con la sceneggiatura scritta da Tonino Guerra``.

mercoledì 6 ottobre 2010

Prevista per Dicembre 2012 l'uscita in Usa de "Lo Hobbit". A dirigerlo sarà Peter Jackson

Di sicuro Lo Hobbit è una delle produzioni più travagliate e discusse degli ultimi anni. Dopo la rivolta degli attori neozelandesi e i problemi che riguardavano i sindacati, ed infine un incendio che ha colpito uno dei set del film, la produzione sembra stia per iniziare. E finalmente c’è ufficialmente il nome del regista: Peter Jackson.
Il regista de Il Signore degli Anelli aveva già dato disponibilità a ricoprire il ruolo, all’inizio affidato all’amico e collega Guillermo Del Toro. Sono poi seguiti vari rumor, che avrebbero voluto ad esempio prima al timone David Yates e il pupillo di Jackson Neill Blomkamp. Ma forse, come è giusto che sia, solo il “papà” del Tolkien cinematografico può portare sul grande schermo la storia di Bilbo Baggins.
Confermata anche la faccenda del 3D, anche se ancora non è chiaro se sarà un 3D “nativo” o “riconvertito”. Il budget dei due film sarà di 500 milioni di dollari, per una prima uscita in sala a dicembre 2012, mentre la seconda parte de Lo Hobbit dovrebbe essere stata fissata un anno dopo, ovvero a dicembre 2013.

lunedì 4 ottobre 2010

Vimeo Festival Awards: un premio al cinema interattivo

Ecco sul web un Festival interattivo, innovativo, pervasivo e naturalmente creativo: è la prima edizione del Vimeo Festival + Awards di New York, che si conclude il 9 ottobre con la serata di premiazione e la consegna del Grand Prize Winner of Best Video.


venerdì 1 ottobre 2010

Il 15 Ottobre arriva in Italia ''Adele e l'enigma del Faraone'' l'ultimo film di Luc Besson ispirato ai fumetti di Jacques Tardi

Il regista e' oggi a Roma per presentare il suo ultimo film. ''Su Adele - dichiara - abbiamo fatto tantissimo lavoro di pre-produzione e mi sono molto concentrato su quella fase anche perche' per la prima volta non ero il produttore del film. Avere un produttore, Virginie Besson-Silla, mia moglie, e' stata un'esperienza molto piacevole perche' ho avuto la possibilita' di dedicare tutte le mie energie alla regia. E sono stato molto esigente anche e soprattutto con me stesso. Volevo a tutti i costi che questo film riuscisse bene e desideravo che il processo di montaggio fosse solo un'esperienza piacevole''.

''E' vero - aggiunge - che lavoro spesso con la stessa troupe perche' sono tutti molto bravi, dei veri 'guerrieri' come li definirebbe qualcuno, ma non pretendo che lavorino solo per i miei film. Sono felice quando so che vanno negli Stati Uniti, in Cina o in qualunque altro paese a lavorare per altri registi. Cosi' facendo hanno l'occasione di vedere cose diverse, di fare nuove esperienze che poi vanno ad arricchire anche il mio lavoro. La cosa importante per me e' che abbiano ancora la voglia di provare cose nuove, di sperimentare e di spingersi oltre, sempre, un passo piu' in la', un film dopo l'altro...

Ogni film e' un'esperienza a se' per via della storia, dei personaggi, degli attori e delle persone che incontri ma anche e soprattutto per come sei tu quando lo stai realizzando. Quando fai il tuo primo film, e' tutto nuovo.

Avevo vent'anni quando ho diretto The Last Combat. Poi il tempo passa e a 25-30 anni non sei piu' la stessa persona, come non lo sei a 40, o a 50... C'e' una sorta di complessa alchimia tra la tua crescita spirituale e intellettuale e le esperienze pratiche. Ma il punto e' che quando comincio a girare un film, devo sapere come mettero' a frutto tutte le esperienze passate e come al contempo riusciro' ad adottare un approccio nuovo e fresco sulle cose, perche' e' questo il segreto della riuscita di un film''.

Per 'Adele e l'enigma del Faraone', spiega quindi Besson, ''tutto e' cominciato circa dieci anni fa quando mi sono letteralmente innamorato della sua eroina, Adele. Ho contattato subito Tardi che sfortunatamente mi disse che aveva gia' affidato l'adattamento cinematografico di Adele ad un altro regista.

Rimasi molto deluso ma anche felice che avesse scelto un 'grande' regista e gli augurai ogni bene. Aspettai con impazienza l'uscita nelle sale. Dopo tre anni di inutile attesa, richiamai Tardi che mi disse che il progetto con quel regista era saltato e che per il momento aveva abbandonato l'idea di un adattamento cinematografico di Adele. Ma io, deciso a fargli cambiare idea, l'ho incontrato diverse volte e ho sempre cercato di rassicurarlo facendogli vedere quello che avevo fatto fino ad allora. Abbiamo aspettato un altro anno per poter ricomprare i diritti di Adele e alla fine dopo sei anni di attesa ed estenuanti trattative sono riuscito a convincere Tardi a cedermeli''.

Il ritorno di Montaldo: a gennaio partono le riprese de L'industriale con Favino e la Crescentini

Dopo I demoni di San Pietroburgo, Giuliano Montaldo torna dietro alla macchina da presa per L`industriale, che sarà interpretato da Pierfrancesco Favino e Carolina Crescentini. Sono otto le settimane di ripresa previste, a partire dal prossimo gennaio, a Torino. Scritto dal regista di Sacco e Vanzetti insieme ad Andrea Purgatori, il film racconterà la vicenda di un piccolo industriale proprietario di una fabbrica di elettrodomestici ereditata dal padre, alle prese con la crisi mondiale. Nelle parole del regista, è la storia di uomo ``che non sa a che santo votarsi``.