mercoledì 31 agosto 2011

Nastro Say Yes sbarca a Venezia: per un festival ricco di passione…e di birra!!!


Cosa c’è di meglio, con questo caldo di fine Agosto, che accompagnare la visione di un bel film con una bella birra ghiacciata (e magari qualche stuzzichino!)? Beh…forse farlo all’interno della kermesse cinematografica italiana per antonomasia, cioè la Mostra del Cinema di Venezia. 
Cosa intendo dire? Mi riferisco semplicemente all’accoppiata che anche quest’anno vede come protagonisti la birra Nastro Azzurro e la 68esima edizione della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, per una sponsorizzazione dal sapore tutto italiano ma anche molto “social”.



Per il terzo anno consecutivo, infatti, la Nastro Azzurro, prestigioso brand del gruppo Peroni, farà da sponsor ufficiale alla Biennale di Venezia in programma dal 31 Agosto al 10 Settembre, ed ha deciso di dare il via alle danze con un particolare flash-mob Say Yes tenutosi sulla spiaggia antistante l’hotel Excelsior. Un folto gruppo di persone tra animatori, villeggianti e curiosi ha infatti dato luce ad una immensa scritta Say Yes di colore blu sulla sabbia che ha attirato l’attenzione di molti passanti; il tutto fa parte della nuovissima strategia comunicativa della Nastro Azzurro e della campagna pubblicitaria onair in questo periodo incentrata sul “movimento” Nastro Say Yes, che he comprende lo spot girato da Tom Kaye, regista di American History X.



Il brand accompagnerà le giornate e le serate di tutta la mostra attraverso l’operato di due blogger che ci terranno costantemente aggiornati  sull’andamento della manifestazione. Beatrice Pagan e Pietro Ferraro saranno lì per tutta la durata del Festival per raccontarci quello che succede, per recensire i film più spettacolari e per mostrarci foto, video ed interviste a tutti i più importanti protagonist del red carpet e della terrazza Nastro Azzurro, headquarter del brand.


La prima giornata è già stata spettacolare ed ha visto come protagonista un George Clooney in forma smagliante che ha presentato il suo nuovo lavoro The Ides of March, già candidato al conseguimento di diversi premi…almeno queste sono le voci che ci arrivano “da dentro”.

Non ci resta che seguire il tutto su http://www.nastroazzurro.it/category/cinema/venezia/  e condividere con Nastro Azzurro tutte le emozioni e la passione per il cinema che un Festival di questo calibro riuscirà a  trasmettere sicuramente anche quest’anno…





Articolo sponsorizzato

venerdì 19 agosto 2011

Come ammazzare il capo e vivere felici: la ricetta di Seth Gordon


Come ammazzare il capo ... e vivere felici (titolo originale come capita spesso del tutto differente: "horrible bosses" ) è una spassosa commedia demenziale corale americana, che può contare su un cast di stelle di Hollywood, adatta per chi si reca al cinema per passare una serata all'insegna della risata.   



Il regista quasi esordiente Seth Gordon riesce infatti a creare un divertente mix di gag, dialoghi "politicamente scorretti" ma pur sempre meno volgari delle schifezze italiote cui siamo abituati, scene comiche ed altre da "black-comedy", mix che ha avuto un discreto successo negli States (superata quota 100 milioni di dollari al botteghino), un po' meno in un'Italia ancora restia a recarsi al cinema in agosto. 

Il cast è sicuramente il punto di forza di questa commedia, con i tre pessimi capi interpretati rispettivamente da Kevin Spacey (il manager spietato e psicopatico), Jennifer Aniston (la dentista ossessionata dal sesso, maniaca e molestatrice) e Colin Farrell (il figlio di papà cocainomane e depravato sessualmente) che fanno da contraltare ai tre protagonisti principali, loro dipendenti, ovvero Jason Bateman, Charlie Day e Jason Sudeiki. La provenienza degli ultimi due dal mondo delle sit-com americane fa sì che in presenza dello sgangherato trio di amici si rida spesso e di gusto anche dinanzi a scene semplicemente demenziali.

La pellicola è un continuo alternarsi di scene comiche ad altre che servono da collante per creare una trama che sia comunque fluida, diverse sono le trovate esilaranti ed i dialoghi fin troppo sboccati risultano quasi sempre demenzialmente comici. Particolare attenzione è data anche ai particolari, dagli arredi delle case dei capi ad alcune trovate originali, come l'assistente del navigatore della macchina che virtualmente segue i tre sgangherati aspiranti killer agendo un po' da 
deus ex machina dalla lontana India.

Davvero divertenti i tre protagonisti, piacevoli le interpretazioni dei tre "pessimi capi". Nei primi minuti del film appare anche Donald Sutherland e durante la ricerca del killer per uccidere i propri capi i tre protagonisti si imbattono in "Fottimadre Jones" interpretato da un divertito Jamie Foxx. 

venerdì 12 agosto 2011

La guerra del web: il cinema digitale e la delibera Agcom

Il mondo della Rete è in subbuglio.  Il provvedimento a tutela del diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica, che l`Agcom (l’Autorità Garante per le Garanzie nelle Comunicazioni) si appresta ad approvare il 6 luglio 2011, sta infiammando il popolo di internet tanto da scatenare quella che ormai si può definire una sorta di cyberguerra.







Perché’ il Web italiano si sente così minacciato dalla nuova delibera? Vediamo di cosa si tratta. Secondo la proposta dell’Autorità, se il titolare dei diritti di un contenuto audiovisivo dovesse riscontrare una violazione del copyright su un sito, un portale, un blog, può chiederne la rimozione al gestore che, in caso di richiesta fondata, ha 48 ore di tempo per adempiere e cinque giorni per il contraddittorio. Se ciò non dovesse avvenire, il titolare dei diritti avrebbe la facoltà di rivolgersi all`Autorità che “effettuerebbe una breve verifica in contraddittorio con le parti da concludere entro cinque giorni”. In caso di esito negativo, l`Agcom potrebbe disporre che i contenuti vengano rimossi e, per i siti esteri, l`inibizione del nome del sito web o dell`indirizzo IP. 

L’Agcom è presa tra due fuochi. Da un lato c’è il popolo di internet e le associazioni a difesa dei diritti dei “cittadini della rete” che vedono nella proposta nient’ altro che un malcelato tentativo di censura per inibire la libera circolazione delle idee e ostacolare l’accesso della collettività alla cultura cinematografica e ad internet. Non solo, i detrattori della proposta sostengono che l’Agcom attuerebbe in questo modo una procedura veloce e puramente amministrativa di rimozione di contenuti online, considerati in violazione della legge sul diritto d`autore, senza passare per il sistema giudiziario.

Per Confindustria Cultura Italia e la Federazione Anti-Pirateria Audiovisiva, che raccolgono sigle come AAGIS, ANICA, APT, FEM, FIMI, il provvedimento  rappresenta invece una seria ed efficace risposta per contrastare la pirateria online e tutelare i contenuti digitali in rete in una fase in cui l’offerta legale su internet sta diventando un fenomeno rilevante nel mercato dell’audiovisivo.

Di fronte alla mobilitazione della rete contro il paventato rischio di una limitazione della libertà di espressione, l’Agcom sembra non mostrare alcun segno di cedimento. Il suo presidente – Corrado Calabrò – ha più volte spiegato come  la diffusione della banda larga e l’accesso facilitato ad Internet abbiano permesso alla moltitudine della rete di impadronirsi in modo illecito di opere e prodotti culturali. Nei suoi numerosi interventi in difesa della proposta, il Garante ha insistito di non aver intenzione di imporre alcuna censura al WEB ma di voler adempiere ad un preciso mandato istituzionale: evitare che i contenuti digitali in rete vengano distribuiti senza che i legittimi proprietari siano in condizione di esercitare un effettivo controllo e di percepire una remunerazione. Secondo l’Agcom il provvedimento mira sostanzialmente a tutelare la libertà di espressione e l’equa remunerazione dell’autore, senza limitare le potenzialità del mercato digitale né tanto meno pregiudicare l’accesso della collettività ai contenuti digitali. Il Garante ha fatto altresì presente come l’emanazione di un provvedimento a tutela del diritto d’autore non sia ulteriormente procrastinabile in vista di una revisione complessiva delle norme italiane sul copyright che risultano ormai  inadeguate all’evoluzione tecnologica e alle mutate modalità di fruizione dei contenuti da parte degli utenti. Infine l’Agcom ha evidenziato come l’Italia continui ad accumulare un forte ritardo nel recepimento del nuovo pacchetto di direttive comunitarie sulle comunicazioni elettroniche in base al quale il diritto di accesso ad Internet assurge a principio fondamentale dell’ordinamento comunitario. A livello comunitario, infatti, il mercato unico digitale viene considerato ormai la quinta libertà e, come tale, il suo sviluppo è diventato prioritario.

Ma il popolo di internet  non vuole sentire ragioni e continua ad inondare la rete di proclami contro il provvedimento Agcom convinto che nelle intenzioni del Garante il testo vuole essere semplicemente uno strumento per introdurre una forma silenziosa di censura. 

Una battaglia senza esclusione di colpi destinata a non risolversi a breve e con buona pace di tutte le controparti coinvolte, dal momento che gli interessi in gioco sono troppi e le posizioni di ciascuno culturalmente, socialmente ed economicamente opposte. 


martedì 2 agosto 2011

Tekken: dal videogame il film di Dwight H. Little


La civiltà come la conosciamo è stata distrutta e al suo posto è nato un ordine mondiale anti-utopico dove il controllo del pianeta è nelle mani di sette Corporation onnipotenti. L`America è governata dalla potentissima e totalitaria Tekken e dal suo amministratore delegato Heihachi Mishima (Cary-Hiroyuki Tagawa) dalla propria sede centrale nella capitale Tekken City. Chi vive fuori dalle mura della metropoli lotta per la sopravvivenza, tra paura e disperazione, nella più totale emarginazione.



Jin (Jon Foo) è tra questi, un giovane senza speranza e con un solo desiderio: vendicare sua madre (Tamyln Tomita) e uccidere l`uomo che ne ha causato la morte. Per far questo deve sconfiggere i più grandi lottatori del mondo e vincere il Torneo Pugno di Ferro. Il suo viaggio lo porterà a scoprire quel passato che sua madre aveva tentato di nascondergli, proiettandolo in un futuro che minaccia di lacerarlo...


Tekken, il videogame prodotto dalla Namco Bandai, amato da pubblico e critica, prende così vita sul grande schermo. In un nuovo mondo risorto dalle ceneri di una civiltà distrutta, i combattimenti tra gladiatori hanno sostituito le guerre tradizionali e lottatori spietati si affrontano per la supremazia globale. Durante il più grande torneo della storia, un giovane guerriero combatte per realizzare il suo destino.
La trama non è male, purtroppo la pellicola non rende giustizia al gioco. Gli adattamenti di videogame sono diventati sempre più diffusi, ma non tutti arrivano ad essere Resident Evil oTomb Raider. Recitazione scadente e script inesistenti spesso sono il cuore di pellicole in cui una cornice di effetti speciali e combattimenti dignitosi non basta a cancellare superficialità e scene che sfiorano il ridicolo.
La regia è di Dwight H. Little (BonesDelitto alla Casa Bianca, Free Willy 2) orientato più al mondo televisivo non brilla per capacità registica.
L’eroe è Jon Foo, attore semisconosciuto, inglese di origini cinesi e irlandesi, maestro di Wushu. Appassionato di arti marziali ha partecipato al film d`azione tailandese The Protector - La legge del Muay Thai. Kelly Overton, la protagonista femminile, si fa notare soprattutto per le belle forme.