venerdì 12 agosto 2011

La guerra del web: il cinema digitale e la delibera Agcom

Il mondo della Rete è in subbuglio.  Il provvedimento a tutela del diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica, che l`Agcom (l’Autorità Garante per le Garanzie nelle Comunicazioni) si appresta ad approvare il 6 luglio 2011, sta infiammando il popolo di internet tanto da scatenare quella che ormai si può definire una sorta di cyberguerra.







Perché’ il Web italiano si sente così minacciato dalla nuova delibera? Vediamo di cosa si tratta. Secondo la proposta dell’Autorità, se il titolare dei diritti di un contenuto audiovisivo dovesse riscontrare una violazione del copyright su un sito, un portale, un blog, può chiederne la rimozione al gestore che, in caso di richiesta fondata, ha 48 ore di tempo per adempiere e cinque giorni per il contraddittorio. Se ciò non dovesse avvenire, il titolare dei diritti avrebbe la facoltà di rivolgersi all`Autorità che “effettuerebbe una breve verifica in contraddittorio con le parti da concludere entro cinque giorni”. In caso di esito negativo, l`Agcom potrebbe disporre che i contenuti vengano rimossi e, per i siti esteri, l`inibizione del nome del sito web o dell`indirizzo IP. 

L’Agcom è presa tra due fuochi. Da un lato c’è il popolo di internet e le associazioni a difesa dei diritti dei “cittadini della rete” che vedono nella proposta nient’ altro che un malcelato tentativo di censura per inibire la libera circolazione delle idee e ostacolare l’accesso della collettività alla cultura cinematografica e ad internet. Non solo, i detrattori della proposta sostengono che l’Agcom attuerebbe in questo modo una procedura veloce e puramente amministrativa di rimozione di contenuti online, considerati in violazione della legge sul diritto d`autore, senza passare per il sistema giudiziario.

Per Confindustria Cultura Italia e la Federazione Anti-Pirateria Audiovisiva, che raccolgono sigle come AAGIS, ANICA, APT, FEM, FIMI, il provvedimento  rappresenta invece una seria ed efficace risposta per contrastare la pirateria online e tutelare i contenuti digitali in rete in una fase in cui l’offerta legale su internet sta diventando un fenomeno rilevante nel mercato dell’audiovisivo.

Di fronte alla mobilitazione della rete contro il paventato rischio di una limitazione della libertà di espressione, l’Agcom sembra non mostrare alcun segno di cedimento. Il suo presidente – Corrado Calabrò – ha più volte spiegato come  la diffusione della banda larga e l’accesso facilitato ad Internet abbiano permesso alla moltitudine della rete di impadronirsi in modo illecito di opere e prodotti culturali. Nei suoi numerosi interventi in difesa della proposta, il Garante ha insistito di non aver intenzione di imporre alcuna censura al WEB ma di voler adempiere ad un preciso mandato istituzionale: evitare che i contenuti digitali in rete vengano distribuiti senza che i legittimi proprietari siano in condizione di esercitare un effettivo controllo e di percepire una remunerazione. Secondo l’Agcom il provvedimento mira sostanzialmente a tutelare la libertà di espressione e l’equa remunerazione dell’autore, senza limitare le potenzialità del mercato digitale né tanto meno pregiudicare l’accesso della collettività ai contenuti digitali. Il Garante ha fatto altresì presente come l’emanazione di un provvedimento a tutela del diritto d’autore non sia ulteriormente procrastinabile in vista di una revisione complessiva delle norme italiane sul copyright che risultano ormai  inadeguate all’evoluzione tecnologica e alle mutate modalità di fruizione dei contenuti da parte degli utenti. Infine l’Agcom ha evidenziato come l’Italia continui ad accumulare un forte ritardo nel recepimento del nuovo pacchetto di direttive comunitarie sulle comunicazioni elettroniche in base al quale il diritto di accesso ad Internet assurge a principio fondamentale dell’ordinamento comunitario. A livello comunitario, infatti, il mercato unico digitale viene considerato ormai la quinta libertà e, come tale, il suo sviluppo è diventato prioritario.

Ma il popolo di internet  non vuole sentire ragioni e continua ad inondare la rete di proclami contro il provvedimento Agcom convinto che nelle intenzioni del Garante il testo vuole essere semplicemente uno strumento per introdurre una forma silenziosa di censura. 

Una battaglia senza esclusione di colpi destinata a non risolversi a breve e con buona pace di tutte le controparti coinvolte, dal momento che gli interessi in gioco sono troppi e le posizioni di ciascuno culturalmente, socialmente ed economicamente opposte. 


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