martedì 17 maggio 2011

Fischi a Cannes per "The Tree Of Life"

CANNES - Alle notizie incredibili di questi giorni, tocca aggiungere questa. L'unico film finora fischiato al Festival di Cannes, fra tanti mediocri, è l'opera più attesa del festival e della stagione cinematografica, The tree of life del leggendario Terrence Malick. Il capolavoro annunciato, la Palma d'Oro sicura, il quinto film in quarant'anni del più carismatico artista vivente, ha spaccato la sala della prima mondiale fra chi gridava al genio e chi alla boiata pazzesca. Ma, tanto per cominciare, si tratta del segno del vero artista. Ci voleva Malick per scuotere la Cannes di oggi dal torpore bulimico per cui film magnifici, come Midnight in Paris di Woody Allen e paccottiglia ridicola, come L'Apollonide del francese Bertrand Bonello, vengono ormai accolti con lievi variazioni dell'applausometro.
Il rischio di Malick è la sindrome dell'opera perfetta, raccontata dal genio di Balzac ne Il capolavoro sconosciuto. Ricordate? Un genio dipinge un ritratto perfetto agli occhi di tutti, ma non ai propri. Nel tentativo di creare un'opera definitiva, di «rubare a Dio il suo segreto», s'isola dal mondo, ritoccando ogni giorno il capolavoro. Quando, dopo dieci anni, lo mostra a un altro pittore si rende conto d'aver ridotto l'opera a una caotica selva di segni. Nessun genio, neppure Malick, può «rubare i segreti di Dio». Ma è anche vero che il racconto di Balzac anticipava di quasi un secolo le avanguardie pittoriche del XX secolo. Chissà se i nostri figli guarderanno a The tree of life come al primo vero film del nuovo millennio. 

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