mercoledì 3 ottobre 2012

Smamma! Sono arrivate le Smammas!


Ana Flore, Gisella, Carla e Benedetta, in arte le Smammas, sono quattro mamme e quattro amiche. Le legano la passione per la musica e la voglia di combattere per l’Indipendenza dei propri figli.
Secondo l’indagine Vivere Insieme, vivere meglio, elaborata da Censis e Coldiretti e presentata a Roma lo scorso 19 settembre, un trentenne su tre vive ancora con i genitori. Complice la crisi, ovviamente, ma non solo.

Ana Flore, Carla, Benedetta e Gisella hanno deciso di non stare a guardare e hanno scelto un modo davvero insolito per portare all’attenzione dell’opinione pubblica il tema ‘squisitamente Made in Italy’ dei giovani che, seppur meritevoli, rimangono in casa fino a trent’anni. Il testo della canzone riprende le raccomandazioni tipiche dei genitori e l’iniziativa ha uno scopo semiserio: le Smammas vogliono incoraggiare i propri figli a trovare insieme una soluzione a questo problema. E per farlo hanno bisogno dell’aiuto di tutti i ragazzi e ragazze italiani e, ovviamente, della musica R&B.
La filosofia delle Smammas si può riassumere in quello che loro chiamano lo Smammanifesto:
A tutti i figli. E a tutte le mamme.
Crediamo in un Paese dove i giovani diventino indipendenti prima di essere vecchi.
Crediamo nei sogni dei ragazzi e nella loro realizzazione.
Crediamo nei fatti concreti e non nelle raccomandazioni.
Crediamo in Internet e nella sua capacità di diffondere messaggi giusti.
Crediamo nella musica e nella sua capacità di parlare a tutti.
Crediamo che in una Società di grandi numeri, quattro sia il numero perfetto da cui partire.
Crediamo nel future scritto oggi, non ieri.
Crediamo nella consapevolezza e nella condivisione.
Crediamo in questa battaglia e nel vostro appoggio.
Che siate figli o mamme, l’indipendenza è più vicina di quanto pensiate.
State con noi.
“Non c’è niente di più brutto per una mamma che vedere gli anni che passano e i propri figli che non si sistemano – affermano – Ma non è del tutto colpa loro. Ci siamo dette ‘vogliamo continuare a parlarne fra di noi o vogliamo che ne parlino tutti?. Ovvio, che ne parlino tutti. Per far sì che qualcuno si impegni a trovare delle soluzioni”.

Nessun commento:

Posta un commento