lunedì 11 febbraio 2013

Momento nero per il cinema italiano: sale mai così vuote


Gennaio nero, il peggiore degli ultimi 5 anni, per il cinema italiano. Il numero dei biglietti cala e, secondo i dati Cinetel, passa dal 48% al 32%: poco più di 10 milioni venduti nel mese, quasi 1 su 4 in meno rispetto al 2012 per un incasso pari a 64.885.000 euro. 



Nonostante La migliore offerta di Giuseppe Tornatore si trovi al secondo posto al box office, dominato da Django Unchained, il western di Tarantino che si è aggiudicato 5 nomination agli Oscar, resta invariata la presenza delle pellicole nostrane al botteghino. La quota Usa, invece, vola dal 32% al 58%. 

A peggiorare la situazione concorre il calo dei fondi pubblici destinati allo spettacolo: il ministro dei beni culturali Lorenzo Ornaghi ha annunciato per il 2013 una cifra poco inferiore ai 390 milioni (389,8, contro i 411 del 2012 e i 527 nel 2001), considerando i tagli della spending review. 

L’Agis reagisce manifestando «forte preoccupazione» per il settore: «Così si mette in discussione l'attività di molte imprese e dei loro lavoratori. Lo spettacolo, inascoltato, richiede da anni un serio rifinanziamento del Fondo Unico dello Spettacolo, indispensabile per riformare il settore». 

Da un lato permane la forte presenza della pirateria, dall’altra avanzano proposte concrete. Il debutto anticipato al giovedì dei nuovi titoli si è rivelato vincente, ma non sufficiente, se non supportato da iniziative promozionali, come la diminuzione del costo del biglietto, richiesta sia dai consumatori del Codacons che da alcuni produttori. 

Un altro passo potrebbe essere l'attuazione del decreto per regolamentare gli investimenti delle tv nel cinema, come spera anche il presidente Anica Riccardo Tozzi, o la festa del cinema a 3 euro.

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