venerdì 7 giugno 2013

Gli autori di Boris ne promettono delle belle


Qualcuno li ha definiti «quelli che si vestono male quando ritirano i premi», ma Mattia Torre, Luca Vendruscolo e Giacomo Ciarrapico non se la prendono.

Perché i tre cattivi ragazzi della tv, autori della fiction Boris, sono esattamente come appaiono: allergici alle formalità e lontani da qualsiasi clichè del cinematografaro nostrano. «Ai tempi di Boris avevamo formato un piccolo partito antifiction perché eravamo stufi dell’abitudine tutta italiana di scrivere cose brutte sperando che la gente ci caschi. Sembrava impossibile fare una sitcom senza risate fuori campo o senza un presentatore di quiz nel ruolo del protagonista. E invece...». E invece con Boris hanno dimostrato il contrario, raggiungendo un milione di spettatori sulla Rai e migliaia di visualizzazioni su youtube con una serie, ferocemente satirica, sul mondo del piccolo schermo. 
E dopo un incidente di percorso, il flop del film tratto dalla fiction («Colpa nostra, abbiamo lavorato troppo in fretta»), sono pronti a tornare. In tv, prima di tutto: «Siamo ancora arrabbiati e pensiamo che il paese non debba rassegnarsi al brutto. Stiamo cercando di farci produrre una serie sul mondo della politica: la storia di un ministero inesistente, quello dell'inclusione sociale, in cui lavorano sia il ministro peggiore del mondo che tanti quarantenni precari e desolati». 
Per vedere un loro film al cinema, invece, bisognerà aspettare ancora un anno. «Ci hanno proposto di realizzare il film di Natale del 2014, un anti-cinepanettone che gireremo il prossimo febbraio. Lo stiamo scrivendo in questi giorni. Racconteremo il Natale in versione horror, una festa che è fonte di guai, a volte di disperazione». Senza concessioni al buonismo: «In Italia manca la comicità intelligente e con il nostro film cercheremo di occupare quel vuoto. Crediamo che una commedia non volgare e che funzioni al botteghino, si possa fare. O almeno: è la nostra speranza per non restare disoccupati».

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