sabato 5 marzo 2011

The Fighter: la vera storia di Micky Ward

La boxe. Un tema carissimo al cinema internazionale, rivisitato a tal punto che riuscirne a fare un film interessante ed allo stesso tempo originale è diventata un’impresa davvero ardua. E’ il tema attorno a cui ruota The Fighter, per la regia di David O. Russell, che va però al di sopra di ogni aspettativa, coniugando magistralmente il lato sportivo tutto sudore e lividi a quello personale/familiare più problematico e controverso.
 La chiave sta tutta nel prendere le (forse) più comuni storie del cinema di questo genere e affiancarle come due linee parallele dal verso opposto. Due storie pugilistiche che scorrono vicine in una trama narrativa gestita in modo semplice ma attento. Uno, Dicky Eklund (Christian Bale,  Oscar come miglior attore non protagonista), ormai quarantenne e tossicodipendente, ha preso la sua vita (e carriera) e l’ha gettata al fiume dopo aver battuto nientemeno che Sugar Ray Leonard, uno dei più forti e famosi pugili dell’epoca. L’altro, il fratellastro più piccolo Micky Ward (Mark Whalberg), ha invece un’esagerata fame di vittoria, un po’ per evadere dalla routine della vita di Lowell, cittadina del Massachussets dove entrambi vivono, un po’ per riscattare le delusioni patite dal fratello maggiore.
A tarpare le ali di “Irish” Micky Ward però ci sono proprio i suoi familiari, soprattutto la madre (sua manager improvvisata), le sorelle e Dicky, colpevoli di adagiarsi sugli allori di una quasi grande carriera e di non saper gestire il talento e la voglia di fare del nuovo boxeur di famiglia. La parte del film in cui lo spettatore entra nei panni del giovane Irish e ne percepisce le frustrazioni e la delusione per la mancanza di attenzione e professionalità nei suoi confronti è il valore aggiunto che la pellicola regala agli amanti dei film di questo genere; ed è impressionante come per magia Charlene, la “ragazza del bar accanto” (interpretata da Amy Adams) della quale Micky s’innamorerà, arrivi in soccorso del protagonista esternando quello che lui non ha il coraggio o la forza di sostenere, cioè che per andare avanti senza incassare troppe delusioni dovrà staccarsi dalla sua ossessiva famiglia.
Diverse altre vicende porteranno Micky a partire da zero, con incontri improvvisati e rimediati dal suo nuovo agente, fino ad arrivare a giocarsi il titolo mondiale. Qui torna in scena l’importanza dell’affetto familiare reso tangibile dai consigli che fin da bambino Micky apprendeva dal fratello e che porta con sé incontro dopo incontro. Il match per il titolo sarà la scusa per un riavvicinamento generale di tutta la famiglia e l’occasione per vivere tutti insieme quell’emozione che Dicky non era riuscito a dare.
“The Fighter è una storia che parla della famiglia, dell’amore, dei rapporti e del superamento delle avversità. E’ una storia tanto potente quanto eccitante”, ha affermato Wahlberg. Il protagonista, nonché produttore, ha insistito molto per prendere parte a questo progetto, forse proprio perché si rivedeva nella condizione di sofferenza riscattata che il suo personaggio vive. In effetti il ring altro non è che una metafora delle dure situazioni contro le quali la vita ci spinge, faccia a faccia, e la sfida di ognuno è forse proprio non finire k.o. O comunque rialzarsi e ripartire dall’incontro successivo.

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